I trenta progetti di Arte pubblica qui presentati sono stati eseguiti da allievi dell’Accademia di Belle Arti di Firenze nell’arco temporale di un quinquennio – dal 2010 al 2015 -, all’interno del corso di Decorazione del Biennio di II livello “Arti Visive e Nuovi Linguaggi Espressivi”. Selezionate in base alle affinità con le ultime tendenze sulla scena internazionale, le proposte appaiono emblematiche delle differenti maniere con le quali gli artisti contemporanei mettono in relazione le loro opere con i contesti urbani dove si trovano ad agire.
La puntuale lettura storica, morfologica e spaziale delle città interessate ha determinato negli allievi risposte ad ampio raggio, sempre rispecchianti le sensibilità individuali e le culture di appartenenza di ognuno. Ugualmente esteso è stato il campo linguistico nei quali si sono mossi: dalle discipline storicizzate, come la pttura e la scultura, fino alle forme espressive attuali – installazioni, performance, azioni urbane, ecc. – con l’impiego delle tecnologie più avanzate.
Da un esame attento di questo progetto, è possibile estrapolare alcuni dati sul rapporto che gli allievi hanno istituito con il mondo urbano nonché sulle direzioni di ricerca intraprese al suo interno. Sicuramente, uno dei più indicativi è il desiderio dei giovani artisti di essere più vicini alla città contemporanea, la cui realtà – spesso difficile e piene di incognite – tentano di indagare, ponendosi domande sul futuro con un coinvolgimento diretto, che è sintomatico di una nuova e più acuta percezione. L’altro fatto rilevante, e ancora più significativo, è la loro volontà di contribuire attvamente – nei termini e con i mezzi disciplinari propri dell’artista – alrecupero e al riuso della città, avanzando proposte concrete di miglioramento estetico e spaziale dei luoghi dell’urbs e tendendo, nel contempo, alla ricostruzione del tessuto sociale della civitas, una volta così fitto e adesso sempre più rado e sfilacciato. Allo stato presente, l’impegno degli artisti nei confronti della città è diventato improrogabile, come il loro riavvicinamento agli altri “operatori” storicamente preposta alla cura dei suoi spazi, insieme ai quali dovranno integrarsi con una maggiore coesione nella difficile ma esaltante impresa di ridare senso e bellezza ai luoghi dell’abitare umano.