Alberto Borgogno propone una nuova versione dei libri XX-XXIII dell’Odissea, i canti che contengono il racconto del ritorno in patria di Ulisse dopo la distruzione di Troia e le sue interminabili peregrinazioni: l’eroe, re di Itaca, per riconquistare la sua sposa e la sua reggia deve far strage di una schiera di principi tracotanti che intendevano appropriarsi dell’una e dell’altra. Questa duplicità della materia narrativa dell’Odissea – due storie molto diverse: l’Ulisse errabondo in terre sconosciute e l’Ulisse giustiziere nella sua Itaca – nasce dall’incrocio di due filoni presenti nel folclore di varie civiltà antiche: quello dei racconti favolosi di navigatori in paesi remoti e quello del ritorno in patria di un eroe dopo una lunga assenza. Grazie al genio di Omero il personaggio di Ulisse è divenuto nei secoli un archetipo potente, dalle molteplici sfaccettature, addirittura un simbolo dei valori a cui il pubblico può adeguare il proprio comportamento.
Per le Edizioni Tassinari Alberto Borgogno ha tradotto i Persiani di Eschilo, la Medea di Euripide, il De rerum natura di Lucrezio, il secondo libro dell’Eneide di Virgilio, la Fedra di Seneca, la Storia Vera di Luciano, il Lucio o l’asino dello Pseudo-Luciano, le Metamorfosi di Apuleio e il terzo libro delle Argonautiche di Apollonio Rodio.