L’unità di climatizzazione estiva di un locale usa energia elettrica per lo scopo di raffrescarvi l’aria, secondo un principio di funzionamento che, nell’ambiente esterno al locale, altera il modo naturale nel quale la massa e l’entalpia dell’acqua atmosferica si distribuiscono tra atmosfera e idrosfera. Infatti, per mezzo dell’energia elettrica, il locale raffrescato cattura vapor acqueo atmosferico, ne dissocia la condensa dall’entalpia di vaporizzazione, indi, in atmosfera immette il calore di vaporizzazione e, in idrosfera, drena la condensa e il positivo prodotto che ha per fattori la massa di condensa ed il calo di entalpia specifica da vapore surriscaldato a vapore saturo. I numeri sono questi. Nell’esercizio estivo, un climatizzatore, che abbia potenza nominale 5 kW, genera almeno 2,5 l/h di condensa. Condensa che, da una stanza di un edificio, è drenata in idrosfera, ma proviene dell’aver estratto, dall’atmosfera, 2,5 kg/h di vapor acqueo! Nell’anno 2016, la potenza nominale globale della climatizzazione estiva degli edifici era 11673 GW. Pertanto, secondo il rapporto di proporzionalità [(2,5 l/h) /(5 kW)], ragionevolmente si deduce che, nell’estate 2016, dall’atmosfera su terraferma, attraverso il sistema globale degli edifici climatizzati. affluisse in idrosfera la portata volumetrica di condensa 5,8 ×106 m3/h. Pertanto, nell’anno 2016, durante il trimestre estivo, un volume di oltre 12 (km)3 d’acqua dolce (dodici miliardi di tonnellate, di condensa che erano 12 miliardi di tonnellate di vapor d’acqua atmosferico!), inosservato fluì dall’atmosfera di terraferma all’idrosfera, attraverso gli edifici climatizzati. E, in aggravio, l’aria atmosferica si caricò di un “surplus” di energia termica uguale all’entalpia di vaporizzazione dei 12 miliardi di tonnellate di condensa. Oltre che di questo “surplus” di energia termica, l’aria atmosferica si caricò di una “mancia” di energia termica: una “mancia” che è il riscontro termico dell’energia elettrica spesa nel lavoro di pompaggio di quel “surplus” di energia termica all’atmosfera, dagli edifici raffrescati. Questa “mancia” era il pur ingente consumo globale annuo di energia elettrica nel servizio di raffrescamento estivo degli edifici. Nell’anno 2016, il consumo era 2066 TWh: e la potenza elettrica nominale era 11673 GW. Un ragionamento termotecnico su questi dati conduce a stimare uguale a (2066 +8643) TWh termici = 10709 TWh termici la quantità di energia termica immessa in atmosfera, dal sistema globale delle unità di condizionamento d’aria negli edifici, durante il trimestre estivo dell’anno 2016. Se le cose stanno così, allora è così da anni. I “cambiamenti climatici” sono la manifestazione del fatto che, abusando del “pompaggio di calore”, alteriamo il modo naturale del trasporto di energia e di massa dell’acqua tra atmosfera e idrosfera. La causa del cambiamento ha nulla a che fare con i “gas serra”!
Nella “climatizzazione” estiva degli edifici la causa antropica dei “cambiamenti climatici” – Se si spende energia per “raffrescare” l’aria negli edifici l’atmosfera su terraferma si disidrata e si riscalda mentre l’idrosfera si allaga e la salinità diminuisce!
Alessandro Mazzocchi
ISBN: 9788899285647 (2019)
Brossura fresata, 46 pp, 23 × 21 cm
€10,00