VORTICI

Un uomo, Rocco Mazzoni. Una città, Firenze. Un evento inaspettato, la malattia da Coronavirus.

Il protagonista di questo racconto è un uomo vero, nato negli anni tumultuosi che hanno preceduto lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, da genitori umili che hanno sofferto, come tante famiglie italiane, la povertà fino alla fame.

Fin da piccolo ha imparato a lottare, a penare e lavorare sodo. Nella vita ha sempre tenuto la testa alta, per onestà e senso del dovere, mai per orgoglio. La parola data e il rispetto sono stati per lui stelle polari che hanno indicato la via.

L’esistenza di Rocco Mazzoni è scivolata serenamente negli anni, seguendo l’alveo di un fiume tranquillo che raramente ha rischiato di oltrepassare gli argini, rafforzati da certezze consolidate come gli affetti, l’amore e l’amicizia.

Il cielo di Firenze illumina questi racconti e il profumo della città si respira in ogni pagina.

Così anche la passione per la squadra di calcio, per quel colore viola intenso, viene vissuta come rinforzo di un’identità comune e di un intenso senso di appartenenza; la Fiorentina sarà, per il protagonista, una quotidiana compagna di vita, uno stimolo per tener vivo un sogno.

Un episodio apparentemente lieve e quasi insignificante, una caduta, mette all’improvviso in crisi le certezze e fa emergere paure fino ad allora sconosciute.

Rocco si troverà all’improvviso, inconsapevolmente e senza un motivo, a lottare contro un nemico invisibile, sfuggente, violento e, a volte, mortale.

Nel racconto, realtà diametralmente opposte si contrappongono, si affrontano e si danno battaglia: gioventù e vecchiaia, forza e fragilità, amore e solitudine, l’ebbrezza del volo e l’amarezza della caduta.