Luciano, scrittore greco del secondo secolo dopo Cristo, conosceva bene l’indole degli uomini del suo tempo, la loro avidità di meraviglioso, la loro credulità, il loro gusto per la deformazione del reale congiunto al disinteresse per le testimonianze genuine. Di tutto questo, e della scadente letteratura romanzesca che solleticava simili tendenze, egli si prende gioco con una verve inesauribile e uno squisito senso del comico: la Storia vera è una serie di invenzioni scoppiettanti, di menzogne dichiarate che si succedono con stupefacente varietà. Da un’isola in cui scorrono fiumi di vino e crescono donne-viti il lettore è condotto fin sulla Luna, quindi nel bel mezzo di una guerra tra Solari e Seleniti, poi nel ventre di una balena, quindi nel paese dei Beati, poi in quello dei Sogni e così via: un crescendo di strepitose trovate che rappresenta un unicum nell’ambito della letteratura greca che ci è pervenuta.
Alberto Borgogno, docente di Letteratura Greca nell’Università di Siena e studioso della civiltà greco-romana, collabora alle principali riviste di filologia classica, italiane e straniere, cura i papiri menandrei restituiti dalle sabbie dell’Egitto e si occupa del testo dei principali autori del periodo ellenistico. Ha tradotto e commentato le Argonautiche di Apollonio Rodio per la Mondadori e i Romanzi Greci per la Utet. Per le Edizioni Tassinari ha tradotto la Medea di Euripide.