Il magico mondo dei libri costituisce la quinta e ultima strategia del reincanto per riprendersi la vita dopo: Sul dialogo, Il libriccino del silenzio, Filosofia del camminare e L’arte di amare, tutti pubblicati a Firenze dalle Edizioni Tassinari.
Coloro che abbracciano la tecnologia senza residui, argomentano spesso la loro scelta con il fatto che su un eReader o altro supporto digitale possono portare con sé tutti i libri che vogliono, anche mille o sedicimila. Io rispetto la loro scelta, ma mi permetto di osservare che ciò che portano con sé sono mille testi, non mille libri. E questa differenza per me è fondamentale. Sento che non riuscirei a ritrovare in un testo digitale l’essere umano che lo ha scritto. L’uomo vi rimane sempre più lontano, così come si allontana l’universo che nei secoli è cresciuto intorno al libro e lo ha reso una presenza cara e insostituibile nella nostra vita. Non si legge solo per informarsi. Si legge anche per abitare poeticamente il mondo, scrive stupendamente Michèle Petit, per non arrendersi a un universo fatto soltanto di efficienza e produttività.
Il libro non è solo un testo a stampa. Il libro precede il testo che contiene e si manifesta con caratteristiche e una storia sue peculiari prima ancora che ne apriamo le pagine, riempie le vetrine delle librerie, gli scaffali delle biblioteche, è un distintivo di cultura in una casa privata. Il mio libro è un compagno di vita che attende da me di ricevere un’anima. Un’anima che sarà il mio affetto a donargli, come l’affetto di Mastro Geppetto ne donò una al suo pezzo di legno, che si mise improvvisamente a parlare. Quell’anima poi lui me la renderà nel momento del bisogno, come se la custodisse per me. Se il mio appartamento fosse vuoto di quei libri a cui io ho trasmesso negli anni un po’ della mia anima, mi sentirei incomparabilmente più solo. È stata la nostra convivenza, la nostra frequentazione, la condivisione di tante esperienze a renderlo il mio interlocutore, una mia “anima esterna”. Come San Martino ho diviso con lui il mio mantello e il mio appartamento, così in lui c’è anche un po’ di me.
Ciascuna cosa, anche quando è fabbricata in serie, in migliaia di multipli usciti dal medesimo stampo, diventa nelle nostre mani un oggetto parlante. Come un libro, appunto. Un mondo senz’anima non è e non sarà mai in grado di offrirci intimità. C’è bisogno di uno sguardo che sappia restituire profondità psichica al mondo, dice Hillman. Non togliamola anche ai libri!
Autore
Alberto Meschiari è stato per trentacinque anni ricercatore di Filosofia presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Si è occupato di Storia della filosofia, Filosofia del linguaggio, Filosofia morale, Storia della scienza e Narrativa, pubblicando oltre trenta volumi.