Trilogia Donne di Bisanzio III
Questo volume – che vede protagoniste Zoe e Teodora, nobili sorelle Porfirogenite che incarnarono le rispettive antitesi dei concetti di conquista e detenzione del potere imperiale – giunge a completare la trilogia dell’Autore dedicata alle Donne di Bisanzio. I due precedenti volumi di questa breve collana, editi a loro volta da “Edizioni Tassinari”, si soffermano sulle figure di Anna Comnena e Teofano.
Figlie dell’Imperatore Costantino VIII e sorelle della povera Eudokia (rinchiusa ben presto in convento), Zoe (978?-1050) e Teodora (980-1056) ricoprirono il delicato ruolo di Basilissa durante uno dei periodi più turbolenti dell’Impero.
La storia parla di due donne inconciliabili, che si odiarono per gran parte delle loro vite: Zoe, perfida e sentimentale tormentata, fu sposa di ben tre imperatori (Romano III, Michele IV e Costantino IX); Teodora, figura virtuosa ma tutt’altro che remissiva e dotata di grande carisma e ferrea determinazione, governò come unica Imperatrice poco prima di morire. Entrambe svolsero un ruolo centrale nelle vicende imperiali, confrontandosi e spesso contrapponendosi alle più alte sfere della corte bizantina: imperatori e generali, patriarchi e oscuri uomini di potere.
In questo denso romanzo storico – basato, come gli altri due, sulle fonti più attendibili ma sviluppato anche attraverso una ricca componente inventiva, tipica dell’Autore – emergono le specifiche caratteristiche delle due donne, in netto contrasto sia da un punto di vista psicologico che comportamentale, le quali, in tarda età, giungeranno a una sorta di commossa riappacificazione.
Le vicende di Zoe e Teodora si inseriscono pienamente nella costante lotta per il potere (una lotta condotta senza esclusione di colpi, tanto da fare dell’assassinio uno strumento politico) che segnò l’Impero di Costantinopoli per gran parte dell’undicesimo secolo. A tale lotta per la supremazia entrambe aggiunsero una nota squisitamente femminile, che portò la sorella più spregiudicata a pensare che in simili dinamiche spesso “una moglie vale molto più del marito”.