Dal 27 al 29 luglio 1944 il centro storico di Impruneta, cittadina pochi chilometri a sud di Firenze, venne sottoposto a una serie continua di cannoneggiamenti e bombardamenti indiscriminati – da parte delle truppe alleate guidate dal generale Sidney C. Kirkman, comandante del XIII Corpo d’Armata britannico, e dal suo aiutante sudafricano maggiore generale Evered Poole – che portarono all’uccisione di un numero ancora imprecisato di persone (le fonti ufficiali parlano di 77 vittime identificate), al ferimento di oltre quaranta cittadini, alla distruzione di numerose costruzioni civili e alle gravi lesioni al Santuario Mariano che si affaccia sulla centralissima piazza Buondelmonti (allora piazza Vittorio Emanuele).
La presente opera del prof. Paoletti prende spunto da un precedente volume dello stesso Autore (“Il passaggio del fronte all’Impruneta”, edito nel 1985), ampliandone significativamente le tematiche alla luce di anni di ulteriori ricerche condotte negli archivi militari tedeschi e inglesi.
L’eccidio di Impruneta, che si inserisce nel contesto della vasta e sanguinosa azione britannica che condusse alla liberazione di Firenze, ha molti fattori che lo contraddistinguono per la particolare efferatezza delle azioni militari – pur nel complesso scenario bellico – e lo collegano idealmente alla ben più celebre (e celebrata) strage nazifascista di Guernica.
Nelle dense pagine del presente volume, l’Autore si sofferma in approfondite analisi storiche dei tanti dettagli che contribuirono a conferire una macabra patente di unicità all’immotivata strage imprunetina. Il piccolo centro abitato, indifeso e lontano dai campi di battaglia, venne sottoposto per tre giorni consecutivi a cannoneggiamenti inframmezzati da bombardamenti.
I cannoneggiamenti e bombardamenti si concentrarono su circa 15.000 metri quadrati, fatto centro il Palazzo comunale, tra l’ospedale militare e il Santuario Mariano, tra piazzetta Lottini e via della Croce.
Il fattore scatenante per motivare l’accanimento britannico contro Impruneta venne ufficialmente determinato nel rilevamento di indistinti (e inesistenti) “concentramenti di truppe nemiche” nell’area centrale del paese chiantigiano.
Come se tutto ciò non bastasse, si tratta di un eccidio passato sotto silenzio, allora come oggi: le amministrazioni comunali che si sono succedute a Impruneta, ufficialmente, non hanno mai attribuito la strage agli Alleati.
Non è stata mai avanzata alcuna richiesta al governo italiano per ottenere un riconoscimento al Valore Civile: in tal modo, la maggioranza della popolazione continua ad attribuire la responsabilità della strage ai tedeschi. Al contrario, fu la 6ª Divisione corazzata sudafricana ad accanirsi senza motivo contro il paese indifeso: la strage non si rinnovò nei due giorni successivi solo perché la popolazione terrorizzata era fuggita in massa verso Firenze.
Le conclusioni dell’Autore, supportate dai documenti italiani, tedeschi e britannici, nonché dalle testimonianze dei sopravvissuti, rappresentano un vibrante atto di accusa nei confronti dell’intera condotta bellica britannica sul territorio imprunetino, volta unicamente a terrorizzare la popolazione civile.
Altrettanto grave appare, attraverso l’attenta ricostruzione storica di Paoletti, il comportamento di “copertura politica” messo sistematicamente in atto dalle amministrazioni comunali imprunetine (tutte nel solco della medesima tradizione ideologica) dal 1945 in poi. In tal senso, sostiene l’Autore, la colpevole inerzia dei vari Sindaci di Impruneta ha fatto sì che si perdesse l’esatta memoria storica della strage compiuta dagli Alleati: una strage che, pur non avendo precedenti nella millenaria storia cittadina, è stata di fatto derubricata a mero “incidente di percorso” nell’ambito della campagna di liberazione italiana.
Per tutti questi motivi, il volume “Una Guernica italiana” è dedicato alla memoria dei Caduti di Impruneta.