La solitudine, un’esperienza comune in alcune fasi della vita, a volte triste e anche molto, ma cui bisogna reagire usandola come lente di ingrandimento per capire più di noi stessi, per scavare più a fondo nei fenomeni che presenta la vita, che ci manifesta l’arte e che ci racconta la storia.
Di ciò discutono in un primo dialogo due personaggi (Sagredo e Simplicio) presi a prestito da Galileo Galilei.
Gli stessi interlocutori si lanciano poi nell’esame di ciò che anima in molti il desiderio di essere ricordati. Lo fanno ispirandosi al potente personaggio di Didone, la mitica regina di Cartagine che si uccise dopo essere stata abbandonata da Enea. Le loro elucubrazioni saranno poi sarcasticamente commentate dagli spiriti di Didone e dei due maggiori poeti che la cantarono: Dante e Virgilio.