L’opera narrativa “Preziosa Penelope” racconta la storia di Arianna, giovane protagonista della generazione Erasmus, impegnata ad affrontare le complicate vicissitudini familiari e sentimentali intorno alle quali ruota il proprio vissuto.
Ostinatamente tesa nella ricerca di una realizzazione esistenziale che può apparire inconsueta rispetto al comune sentire, è ostacolata in ciò dal comportamento dei superstiti di una famiglia “allargata” paradossalmente disfunzionale e da un amore narcisistico.
Attraverso una costante elaborazione di strategie oltremodo originali, finalizzate al senso da dare alla propria vita, la protagonista si immerge in una storia che è fatta, a sua volta, di tante storie – rese manifeste nella descrizione di un contesto denso di toscano verismo che porta in embrione la prospettiva del “villaggio globale” come realizzazione di una crescita desiderata.
Arianna antepone a tutto il resto la ponderata ricerca di un contatto animistico con l’altro da cui prende spessore la saggezza di chi, consapevole di voler concedersi una rivincita nei confronti di un mondo esterno ostile e impenitente, assuma un distacco quasi mistico dal contesto della vita reale direzionandosi verso le scelte che possono e devono essere fatte senza tema di errore.
Particolarmente coinvolgenti sono le pagine che raccontano il Palio di Siena a cui è dedicato il titolo del romanzo ed il cui pathos assume una funzione catartica nella mente di Arianna bambina, piuttosto che una risonanza mitopoietica nell’Arianna adulta.
I rapporti familiari e interpersonali costituiscono la trama, tanto sottile quanto fondante, che correla l’una all’altra le esistenze dei personaggi del romanzo – come l’ordito di una tela che la protagonista Arianna-Penelope tesse e ha tessuto per richiamare a sé il suo Ulisse e le persone fondamentali della propria esperienza di vita.