A un certo punto della mia vita ho sentito il bisogno di uscire dal “limbo” della produzione accademica e di assumermi la mia responsabilità davanti al presente. Queste pagine ne sono il risultato. Parlando di reincanto, io provo ad esprimere qui un’esigenza che sento urgere intorno a me. Formulo l’idea di un compito piuttosto che una speranza, perché i motivi di speranza non sembrano godere di buona salute. Ma proprio per questo l’assunzione di un impegno che vada nella direzione di una riappropriazione della vita mi appare indilazionabile. Le riflessioni contenute in questo volume vogliono essere una sollecitazione alla ripresa di un pensiero critico non ideologico e all’assunzione personale di una responsabilità etica che vada nella direzione di una trasgressione del conformismo dilagante…
Autore
Alberto Meschiari è stato per trentacinque anni ricercatore di Filosofia presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Si è occupato di Storia della filosofia, di Filosofia del linguaggio, di Filosofia morale, di Storia della scienza e di narrativa, pubblicando oltre trenta volumi. Dal 2003 elabora una propria etica del reincanto.
L’etica del reincanto ha ad oggetto il processo della individualizzazione: quel processo che conduce a fare di se stessi una individualità distinta, fondata sulla capacità di discernere e di scegliere, di progettare e di orientare la propria vita, contro la “cultura” della mercificazione, perché è questa a costituire oggi il disincanto: un’idea del mondo dove tutto ha un prezzo e niente ha un valore.
Fra le sue pubblicazioni: Riprendersi la vita. Per un’etica del reincanto (2010), Sul dialogo (20142), Il libriccino del silenzio (2012), Filosofia del camminare (2014), Lettera ai giovani sull’amore (2014).