Costanza Mascilli Migliorini nasce a Fiesole (FI) il 21 dicembre 1995, è counselor, insegnante di teatro, attrice, scrittrice e modella. Studia recitazione per circa dieci anni (2006-2015) presso l’Accademia di Teatro “Nexus Studios” di Firenze, cimentandosi in vari progetti teatrali e cinematografici. L’esperienza nell’ambiente teatrale non si limita alla sola recitazione poiché Costanza inizia a muoversi anche nel mondo della sceneggiatura: tra i suoi lavori vanno sicuramente ricordati i riadattamenti teatrali di “Uomini e topi” di John Steinbeck, “Oceano mare” di Alessandro Baricco e la scrittura di “Sogni di carbone”, spettacolo che tratta il tema della violenza di genere. Concluso il percorso accademico, studia per cinque anni con il noto regista Daniele Lamuraglia, scoprendo il teatro povero e i primi elementi di regia. Nel 2017 pubblica la sua prima raccolta di poesie “Son per voi me stessa”, edita da Edizioni Tassinari. Nello stesso anno si iscrive all’ASPIC, scuola Europea di counseling, conseguendo il diploma tre anni dopo. Nel 2020 diventa presidente dell’associazione “APS I venerdì del leone”, con la quale apre due corsi di teatro introspettivo, utilizzando applicazioni di counseling nell’insegnamento dell’arte scenica. Durante la stagione estiva dello stesso anno si cimenta come direttrice artistica per le rassegne teatrali “Anconella Garden” e “Palco da calcio”, un progetto di teatro sul campo da calcio, ideato e organizzato da lei. Appassionata di musica, compone canzoni e si è esibita come chitarrista e cantante in alcune rassegne. Nella sua vita va attribuito un ruolo importantissimo anche allo sport: Costanza è calciatrice ad alti livelli, vanta presenze nella massima serie con la maglia della Fiorentina e del Florentia San Gimignano.
Nell’immensa foresta della poesia, Costanza Mascilli Migliorini ha ormai il suo piccolo giardino di fiori delicati, ma niente affatto fragili, che così tanto le somigliano. Con questa seconda raccolta, Costanza spicca definitivamente il volo, mostrando tutto il suo nudo coraggio, guardando nell’abisso e lasciandosi guardare a propria volta, senza distogliere mai lo sguardo. Uno stallo infinito che non terminerà mai, perché tutto è lotta, lotta lacerante che finisce per diventare uno struggente inno alla vita. La sua poesia ha con lei una somiglianza caratteriale e quasi fisica: eterea, diretta, senza maschere, tormentata e imprevedibile; in una parola: libera. Ma di una libertà alata, che ci prende per mano e ci porta con sé sopra a tutte quelle miserie che da millenni affastelliamo sotto al cielo.