Di quando in quando, un nonnulla mi rende felice. Un nonnulla mi porta sul punto del pianto. Oltre il danno, oltre la fine, la mia stessa, nel fugace, l’eterno. Di gioielli, una manciata.
Dedico questo libro ad Alice e Filippo, i nipotini che mi chiamano “Zao” (invece che “zio”). Da poco lei 11, lui 12 anni. Una poesia di Alice a complemento del regalo per il compleanno: “Lo Zao è divertente /Gentile e intelligente / Non manca mai di parola / E con la fantasia vola. // Lo Zao tutti perdona /E tanti cioccolatini dona. // Lo Zao nuota tra le parole / E libri scrivere vuole. // Allo Zao voglio scrivere una poesia / Così farà salti di gioia e di allegria. // Lo Zao io voglio illuminare / Così al buio potrà stare”. Anni fa, Filippo, all’Orto del Cigno, perentorio, “Io sono immortale!”, scandendo, un po’ strascicato, il gesto proteso verso un altrove, solenne, il segreto: “Perché sono già morto!” Scatenáti! I clienti hanno temuto che, quasi ottuagenario, dichiarassi forfait.