Sergio Moretti – Non è un trattato di sociologia della detenzione e neanche un romanzo. È la mia esperienza di vita nel carcere vista dalla parte del carceriere, del direttore.
Una volta un detenuto sta attraversando il corridoio con me, mi prende sotto braccio e mi chiede che cosa abbia fatto, alludendo evidentemente al reato per cui sono stato arrestato. Tranquillamente gli rispondo che lì io ci lavoro. Non capì e “Ma che fai?”, mi chiese. Ed io, “Sono il vicedirettore”. Lasciò immediatamente il braccio, si allontanò un poco e si scusò della confidenza che si era presa. Lo tranquillizzai.
Un’altra volta, mi trovo davanti all’ufficio matricola dove vengono registrati gli ingressi e le uscite. Un signore anziano, sui 65-70 anni, sta per uscire; mi vede, mi dà una pacca sulla spalla e “Coraggio”, mi conforta, “Prima o poi esci anche tu!”.